“FASTFORWARD ON NEW MEDIA ART”
Second international forum
Dal 22 al 24 novembre 2007 si è svolta la seconda edizione del forum internazionale di “FASTFORWARD ON NEW MEDIA ART”, nella sede del Palazzo Roccella (PAN) a Napoli.
Ci sono stati dibattiti, incontri e performance di relatori e istituzioni che si sono confrontati sui nodi centrali dell’arte digitale.
Milano in Digitale II_ I giovani e la new media art_
Oggi 21 novembre 2007, siamo a Milano, nella sede espositiva “La fabbrica del Vapore”, dove ha luogo la seconda edizione dell’evento “Milano in Digitale” diretto da Cristina Trivellin e da Morena Ghilardi. Questa rassegna, nata nel 2006, raccoglie numerose opere di giovani artisti che decidono di esprimersi attraverso le nuove tecnologie dell’arte che permettono di sviluppare i loro concept artistici in modo decisamente innovativo rispetto magari, all’uso delle classiche tecniche artistiche.
Il tema su cui si sono dovuti cimentare l’anno scorso, i partecipanti, è stato: “Milano e i giovani”, una tematica che poneva l’opportunità e il quesito di relazionare la propria condizione esistenziale con l’ambiente esterno che ci circonda.
La realizzazione di opere di questo tipo ha offerto agli artisti una buona occasione per analizzare e raccontare l’ambiente milanese attraverso il loro sguardo personale. Questa prima edizione è stata vinta da Marco Pucci, con l’opera “Identità persa”, Female Crew con “An urban art project FWD_MI”, Loretta Borrelli con “Viale Marche 21” .
Per quest’anno, invece, la tematica è stata lasciata libera, numerosi i partecipanti che, dopo una preventiva selezione, hanno esposto le loro opere.
Qui di seguito elencati i titoli ed i nomi degli artisti che sono stati scelti per la seconda edizione dell’evento:
“… da qui” di Roberta Baldaro- video digitale
“Apartment” di Hoekstra, Frittelli, Manzotti, Suwansaek- video
“B-Light” di Headvision-Nadess-Ja Eniac – installazione interattiva
“Che cosa vuoi fare da grande? “ di Gradaschi, Mora, Scolla, Bordignon – video di animazione
“Circumstances” di Sabino D’Argenio
“DNA” di Marco Villani- video installazione
“How Much You Earn” di Barbara Gambini- stampa digitale
“Katahomo” di Alice Avallone- website
“Next Query” del Gruppo I/O COSE -website
“Nuovo avvento” di Fabio Mattia e Simona Ilaria di Michele, video di animazione
“Presenze X” di Stefania Cola- stampa digitale
“The origin of imagination” di Chiara Passa -video installazione
“Vedimi “ di Marco Pucci- installazione interattiva
“Virtualqueens.net” di Mara Mascaro- website.
L’esposizione “Milano in Digitale II” è stata allestita in un grande padiglione che ci ha permesso di assaporare nella loro totalità le diverse opere: dalle videoinstallazioni alle stampe digitali, fino ad arrivare ai video e ai siti web.
L’ambiente ospitale ed accogliente era evidentemente ben studiato per dare ai visitatori la possibilità di osservare, cooperare e interagire con tutte le opere in maniera totalmente libera ed autonoma; la grande disponibilità della segretaria organizzativa , Martina Coletti, ci ha permesso di risolvere i nostri dubbi e di approfondire, al meno in parte, la conoscenza di quanto esposto.
Camminando per la stanza lo sguardo veniva attratto quando da una stampa digitale, quando da un video di animazione fino ad arrivare ad interagire direttamente con le videoinstallazioni esposte.
La diversità tra le diverse tipologie di opere permetteva ad ogni visitatore di immedesimarsi e trovare il lavoro che più rispecchiava il suo stile e la sua personalità. A mio avviso tale eterogeneità può essere un fattore di stimolo intellettuale per il visitatore, ma anche, fattore di interesse a livello più ampio, in quanto il contrapporsi di tematiche e tecniche diverse può diventare punto di partenza per discussioni e nuove iniziative e perché no, una vera fucina di idee.
Il padiglione espositivo che ha accolto la manifestazione risulta, di per se suggestivo all’occhio del visitatore, il nome stesso dello stabile, “Fabbrica del Vapore” , riporta alla mente un luogo dove nascono idee, concetti, relazioni che non attendono altro se non di essere messe in pratica, diffuse.
Terminata la visita mi sono permessa di approfittare della grande disponibilità di una delle due curatrici della mostra, Cristina Trivellin, che ha gentilmente risposto alle mie curiose domande rispetto all’ambito organizzativo e concettuale di una tale esposizione.
- L’evento “Milano in digitale II” è il secondo appuntamento di un festival nato l’anno scorso. Quali sono i motivi alla base della nascita di questa manifestazione?
“Il progetto era nel cassetto già da tempo. Nasce da un interesse e da una curiosità personale verso la cosiddetta new media art, e dal fatto che tra tantissimi concorsi in Italia non ce ne fosse uno specifico per i giovanissimi, dedicato interamente alle forme d’arte legate alle tecnologie; e poi ci interessava dare un’opportunità ai giovani artisti, ai protagonisti di domani.”
– L’organizzazione dell’evento ha necessitato di particolari accordi con la regione? Ad esempio, vi sono stati posti dei veti, avete avuto degli aiuti economici da parte di qualche ente pubblico o la vostra è un’associazione autonoma?
“In tutto il materiale divulgativo si legge “Con il patrocinio e il contributo di: Regione Lombardia, Comune di Milano, settore Tempo Libero. La Regione Lombardia e il Comune hanno contribuito quindi a sostenere economicamente il progetto”. Non ci sono stati posti veti, ma sicuramente i progetti devono rispettare alcuni parametri dati. La Fondazione D’Ars, promotrice dell’evento, è una onlus, è autonoma ma può ovviamente partecipare a bandi per l’ottenimento di fondi pubblici. E’ stato importante anche in questa seconda edizione, lo sponsor tecnologico da parte di un’azienda come Epson, che ha prodotto la mostra conclusiva dei vincitori alla Fabbrica del Vapore.”
I partecipanti hanno avuto altre esperienze artistiche prima di quella in questione?
“Si, la maggior parte dei partecipanti, anche se giovani e studenti, hanno avuto già altre esperienze artistiche, espositive prima di questa. I curricula dei vincitori vantavano già presenze in altre rassegne, nazionali e internazionali.”
– E’ stato difficile trovare partecipanti? Ci sono state delle selezioni?
“Sul nostro sito, www.milanoindigitale.it, è presente il bando di concorso; abbiamo ricevuto circa 300 progetti da tutta Italia…e qualcuno anche dall’estero, essendo il bando disponibile sul sito anche in versione inglese.”
– I lavori esposti in mostra dovevano rispettare un unico tema o la scelta era libera?
“lo scorso anno c’era un tema: Milano e i Giovani, quest’anno invece il tema era libero. Abbiamo fatto coincidere il lancio del bando con la tavola rotonda : Conversazione sulla New media art- sono stati i relatori stessi, che poi sono stati i giurati del concorso, a dettare le guide lines. Gli interventi dei relatori sono ancora ascoltabili sul nostro sito www.milanoindigitale.it”
– Siete rimaste soddisfatte dalla riuscita dell’evento?
“Si, possiamo ritenerci soddisfatte, anche se intendiamo naturalmente crescere…”
– Quale pensate sia l’impatto di questa manifestazione sul territorio e in generale sull’ambiente dell’arte?
“E’ una domanda difficile…forse prima di parlare di impatto sul territorio bisogna far si che queste forme d’arte vengano maggiormente divulgate.”
– Se ci saranno altre edizioni di questa manifestazione, chi volesse parteciparvi cosa deve fare? Occorrono prerequisiti specifici?
“Come al solito verrà aperto un bando. Basterà inviare un progetto o un render dell’opera, o video, o elaborazione, ecc. L’unico requisito richiesto è quello di avere meno di 35 anni.”
– I vincitori del concorso sono stati premiati con un workshop all’estero. Come mai è stata scelta questa tipologia di premio?
“Perché è quello che maggiormente manca ai giovani studenti italiani. “CIANT “ è una realtà importante a livello europeo. Lo scorso anno i vincitori hanno ottenuto un premio in denaro. La residenza all’estero era anche segnalata tra le direttive ministeriali per i giovani.”
Il workshop, organizzato a Praga da TransIStor, presso il “CIANT” (International Centre for Art and New Technologies), sarà un’opportunità per i tre vincitori di immergersi in un ambiente internazionale dove avranno la possibilità di confrontarsi con altri giovani artisti provenienti da realtà diverse da quella italiana.
Ringrazio molto Cristina Trivellin per la sua gentilezza e invito tutti a consultare il sito www.milanoindigitale.it per approfondire gli argomenti trattati nell’intervista.
Dopo aver visitato la mostra ci si può forse per la prima volta rendere conto in maniera più completa quali problemi implichi il realizzare un’opera d’arte digitale. Guardare, osservare, quasi studiare ogni cosa stimola a riflettere su come possono essere state progettate e realizzate le opere esposte. Quello che all’apparenza potrebbe sembrare una cosa semplice e veloce da mettere in pratica spesso e volentieri necessita di mesi di ideazione, di progettazione e di lavoro per renderla ottimale all’esposizione. Anche le opere non interattive, come ad esempio le stampe digitali, rivelano un impegno profondo e ispirato, teso a riflettere il pensiero dell’artista e la sua concezione del messaggio da trasmettere.
Per concludere, è dovuto citare i vincitori e le motivazioni di tale loro vincita date dalla giuria del concorso dell’edizione 2007 :
“B-Light” di Headvision-Nadessja-Eniac: che configura una situazione di interattività in cui la tecnologia gioca un ruolo di complessa mediazione linguistica in un campo di grande interesse quale è la danza assistita dal computer;
“Cosa vuoi fare da grande?” di Stefano Gradaschi, Elena Mora,Giuseppe Scollo, Anna Bordignon: per lo sguardo partecipato ma straniato che è capace di proiettare su una delle più dense e dinamiche periferie milanesi (il quartiere Bovisa) grazie all’uso di un’animazione 2D stratificata e conflittuale con l’immagine cinematografica;
“Vedimi” di Marco Pucci, per la sapiente semplicità del concept interattivo, che mette in relazione il corpo e i movimenti del partecipante alla ricchezza e alla mutevolezza dei contenuti di rete, giocando un’intelligente partita fra la dimensione rappresentativa e quella performativa nell’esperienza digitale.
Alla fine di questa esperienza, vissuta grazie ad un progetto assegnatomi dal Professor Tommaso Tozzi, direttore del Dipartimento di Nuove Tecnologie dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, mi prospetto di riuscire a partecipare più attivamente a questo tipologia di eventi, che senza dubbio arricchiscono notevolmente il panorama artistico dei giovani artisti ma anche di coloro che hanno un background già molto ricco. Nessuno dovrebbe soffermarsi alle “vecchie tecnologie”. Ognuno di noi dovrebbe cercare di avvicinarsi il più possibile a quel nuovo panorama tecnologico che permette in maniera sempre più “accessibile” di creare cose nuove, di rivisitare quelle vecchie e di ampliare, perché no, la conoscenza del singolo.
Webliografia:
www.milanoindigitale.it : sito ufficiale dell’evento.
Claudia Vanello